Lavori 1997-2006

E alla fine, non c’è niente da fare, prevale sempre la seconda voce, quella bonaria, pacifica, divertita, colorata. Oltretutto, nel caso delle lance, non aveva scelta Veneri, altrimenti sarebbe caduto anche lui nella trappola di rispondere alle armi con altre armi, pericolose in virtù degli stessi meccanismi, invece così i meccanismi sono cambiati e si può finalmente innescare un gioco diverso e nuovo.
Sembra in effetti un gioco per Veneri costruire qualcosa attraverso i suoi lavori. E siccome il mio “giudizio critico” non potrà, come avrebbe potuto invece quello di Umberto Eco, sancire universalmente il valore artistico di Veneri, mi limiterò a spiegare perché a me piace, per quello che può valere, dubitando, dopo la premessa scritta da lui stesso (e me lo immagino con il suo sorriso burbero mentre la scrive) che ciò abbia una qualche importanza per lui o per qualcun altro che si imbatta in questo pieghevole. Mi piace perché attraversa linguaggi e tecniche con una libertà e un’autonomia che sono vera espressione della cultura del nostro tempo, che Veneri intuisce e restituisce, e già non è da tutti. Mi piace per il suo carattere spigliato nell’attraversare arte povera, pop, espressionismo, pittura, fotografia, poesia, elaborazione grafica, video, musica, teatro, scenografia. Mi piace perché ad una capacità di dominare, scegliere e combinare mezzi espressivi, unisce una ricerca di contenuti componendo in libertà immagini che raggiungono proprio quella parte del nostro animo che lui ha scelto come sua icona preferita, sfidando in maniera sbarazzina un topos dei più sfruttati. Se fosse tanto cattivo come vorrebbe farci credere, perché da tanti anni continuerebbe a tormentarci con i suoi cuori?
Camilla Bertoni


Installazione video all’ultima mostra dell’aprile 2006 all’Arsenale di Verona